Il progetto di allargamento della base americana di Vicenza va letto
nel quadro più complessivo dei rapporti tra le potenze imperialiste.
Nei progetti statunitensi, la base dovrà essere il centro logistico e
la sede principale delle forze d’intervento rapido da utilizzare
prioritariamente nelle missioni militari in Medio Oriente.
L’allargamento della base di Vicenza possiede un valore strategico
irrinunciabile non solo per la politica estera statunitense, ma anche
per quella italiana. Infatti, in un contesto che vede intensificarsi
le aggressioni e le occupazioni imperialiste, l’Italia è coinvolta, e
gioca con un ruolo di primo piano: proprio per sviluppare
ulteriormente questo ruolo il governo italiano ha scelto di rinsaldare
l’alleanza con gli USA, concedendo a questi l’allargamento della base.
Lungi dal rappresentare l’effetto di una qualche forma di
"subordinazione" agli USA, tale scelta rientra perfettamente nella
strategia imperialista italiana, che corre lungo due linee direttrici:
da un lato, offrire un supporto militare alle aggressioni imperialiste
a guida statunitense, come in Iraq; dall’altro, ritagliarsi un ruolo
di punta nell’area mediorientale, assumendo, per esempio, la guida
della missione UNIFIL II in Libano. Queste linee direttrici non sono
in contrapposizione, ma rispondono ad una logica comune, seguita dai
governi di ogni colore politco: costruire spazi di iniziativa
politica, economica e militare, per rafforzare gli interessi
imperialisti dello stato italiano nell’area mediterranea e non solo.
In questo senso trova significato la presenza di truppe italiane nei
Balcani (¼ della forza di interposizione in Kossovo), in Libano, nella
Striscia di Gaza, in Iraq e in Afghanistan, tanto per fare qualche
esempio.
È per questo che, chi continua, imperterrito, a parlare di
"subordinazione" dell’Italia "colonia" all’imperialismo USA fa, né più
né meno che il gioco dell’imperialismo italiano, che trova, in questa
posizione "antimperialista" di facciata, un valido sostegno nella
ricerca di spazi sempre maggiori di "autonomia" dalla potenza egemone
nordamericana.
Non a caso, a rivendicare con maggior forza l’
"indipendenza" italiana dallo "strapotere" USA, sono proprio quei
sinistri partiti dell’attuale maggioranza, che, un anno fa, ha dato il
consenso al raddoppio della base. Gli stessi partiti che, in un anno e
mezzo di governo, hanno regalato ai lavoratori l’abbassamento dei
salari, la cancellazione delle pensioni, l’aumento delle spese
militari e della presenza complessiva di militari italiani nel mondo.
Rifiutando dall’inizio la menzogna della "subordinazione" e della
"colonizzazione" dell’Italia, la lotta di Vicenza ha rappresentato un
passo in avanti. È riuscita ad uscire dalla semplice, quanto
importante, difesa del territorio, e a legare la lotta contro
l’allargamento della base, a quella più ampia contro la politica
guerrafondaia dell’Italia, ora tatticamente alleata degli USA, ora
impegnata nello sviluppo, sul piano militare, del ruolo dell’UE nel
mondo. Ricordiamo, infatti, che nei pressi dell’area individuata per
l’allargamento della base USA, ha già sede l’Eurogendfor, la
gendarmeria europea, il nuovo corpo di polizia militare dell’UE già
pienamente attivo e funzionante.
L’esperienza di movimenti come il No Dal Molin ci mostra la necessità
di legare tra di loro le lotte per la difesa dei territori – dal No
Tav alle lotte contro gli inceneritori in Campania – e di ricomporle
in un ottica più complessiva, e unitaria, contro gli attacchi
dell’imperialismo ai lavoratori, liberandosi da ogni legame con
partiti e istituzioni, e ripartendo dalla costruzione di percorsi
reali di autorganizzazione che possano, in prospettiva, porre le
condizioni per un avanzamento effettivo della classe.
No alle basi di ogni bandiera, no alle guerre imperialiste!
Contro gli attacchi ai lavoratori, rilanciamo l’autorganizzazione!
Nessuna fiducia nei partiti e nelle istituzioni!
NETWORK AUTORGANIZZATO PER UN PRIMO MAGGIO DI LOTTA
Collettivo internazionalista di Napoli
C.S.O.A. "Terra Terra" (Napoli)
Interfacoltà (Coordinamento dei Collettivi Universitari Napoletani)
Vesuvio Zona Rossa (Comuni Vesuviani)