APPELLO PER IL SOCIAL FORUM DI MALMO

APPELLO PER IL SOCIAL FORUM DI MALMO (17-21 SETTEMBRE
2008)

 

Siamo il Collettivo
Autorganizzato dell’Università Orientale di Napoli
(Italy), un collettivo indipendente da partiti e sindacati organici a
quel quadro istituzionale contro il quale da anni, quotidianamente, pratichiamo
un duro conflitto.

I governi italiani che si sono succeduti negli ultimi venti anni hanno
portato e continuano a portare avanti politiche che attaccano le condizioni di
vita, di studio e di lavoro dei proletari, in continuità con gli obiettivi
strategici del processo di integrazione europea. In questo contesto, sia le
maggioranze di centro-destra che di centro-sinistra hanno sempre ricevuto il
sostegno incondizionato delle maggiori confederazioni sindacali (CGIL, CISL,
UIL, UGL, e da parte studentesca UDS e UDU), le quali  svolgono una funzione esclusivamente
concertativa e filo-padronale.

Siamo consapevoli (ed è per questo motivo che ci teniamo, seppur
brevemente, a specificare questo aspetto!) che questa condizione non è esclusiva
del caso italiano, che
a
livello europeo i proletari soffrono, a vari livelli, la stessa condizione
e che la CES-ETUC
tutto tutela, fuorché i loro interessi. 

Dal 17 al 21 settembre 2008 si terrà a Malmo (Svezia) il quinto Social
Forum Europeo ed in contemporanea il Forum Studentesco Europeo. Questi
incontri, nonostante i forti limiti riscontrabili sin dalla loro nascita,
costituiscono una concreta possibilità di muoversi nella direzione di raccordo
delle diverse lotte che, a livello europeo, hanno luogo
contro lo Spazio Europeo dell’Istruzione
Superiore
.

Questi anni ci hanno visto costantemente impegnati nella nostra
università, nella nostra città, nel nostro paese, in una lotta serrata contro
le riforme nazionali del sistema universitario. Nonostante il lavoro svolto e
la consapevolezza della necessità di procedere in questa direzione, siamo
coscienti del fatto che, anche in questo caso (soprattutto in questo caso!), le
trasformazioni  avvenute nel nostro
sistema formativo interessano l’intera Unione Europea, in quanto frutto del
Processo di Bologna e rispondenti all’esigenza, così ben espressa nella Strategia di
Lisbona, di fare dell’UE “l’economia
della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo”,
in grado di
competere a pieno titolo sulla scena globale, come polo imperialista, al pari
col “fratello nemico” statunitense.

La selezione di classe – insita nel cosiddetto “riordino dei cicli”, nei numeri chiusi, nella
destrutturazione del diritto allo studio (assenza totale o smantellamento di
ciò che resta del diritto degli studenti ad alloggi, borse di studio, mense
ecc.) -,
la quantificazione
delle conoscenze acquisite tramite il credito formativo
(sistema ECTS), la
volontà di instillare il cosiddetto “spirito d’impresa” negli
“studenti-utenti-clienti”
– con l’obiettivo di far
radicare l’idea della normalità e
necessità
della competizione individuale, del costante auto-aggiornamento
per le esigenze della produzione e col risultato dell’alienazione di ogni
aspetto dell’esistenza ed infine, non ultima
, la penetrazione delle imprese nelle università, sono tratti comuni alle riforme che i diversi governi stanno portando
avanti.

Tutte le riforme ed i progetti di riforma, nel quadro complessivo
dell’UE, seppur fermi a livelli differenti di sviluppo rispetto agli obiettivi
prepostisi (ci sono paesi in cui il processo è ai primi passi ed altri in cui è
pervenuto ad una certa maturità), evidenziano le medesime linee tendenziali,
proprio perché riconducibili alla medesima strategia alla quale facciamo
riferimento.
L’adeguamento
dell’istruzione e della formazione alle nuove esigenze del mercato del lavoro
europeo è considerato un tassello fondamentale per il rilancio dell’economia
capitalista dell’UE, per far sì che il sistema economico sia realmente
competitivo a livello internazionale.

L’università, in questo
modo ed in questo contesto politico, prosegue
la sua opera di riproduzione dei rapporti sociali di
produzione
e si profila (come storicamente insito nel proprio
ruolo) come “garante naturale” per sviluppare, sempre di più, una “corretta educazione”
dello studente a quello che sarà il “nuovo” mercato del lavoro, con i suoi
ritmi, con la sua flessibilità, con il suo sfruttamento.

Dinanzi a tutto ciò, la risposta che dobbiamo dare non può rimanere
relegata ai confini nazionali: non è solo un salto d’analisi teorica ad esserci
richiesto in questa fase;
dobbiamo
essere capaci di rispondere con le lotte allo stesso livello al quale vengono
portati gli attacchi, quello europeo
. Abbiamo l’esigenza
di ricercare, necessariamente insieme, un accordo su quelle linee di tendenza
che abbiamo provato, in breve, a delineare ma che necessitano sicuramente di
essere ampliate e discusse grazie al contributo di tutti e di tutte, affinché
possano diventare la piattaforma dalla quale far ripartire fin da subito la
lotta su parole d’ordine chiare, condivise ed accessibili. 

Per tale ragione riteniamo
non solo utile, ma necessario, sviluppare e far crescere nuove forme di
coordinamento con altre realtà studentesche e giovanili
che quotidianamente sono impegnate nella lotta contro lo Spazio Europeo
della Educazione Superiore e cogliere qualsiasi occasione per il dibattito ed
il confronto.

Il FSE va quindi considerato, in quest’ottica, come un’importante
occasione per incontrarsi, confrontarsi ed elaborare analisi e piattaforme di
lotta comuni.

 

 

No al Processo di Bologna!

No all’Europa dei Padroni e alle sue direttive sulla formazione!

All’unità degli oppressori rispondiamo con l’unità degli oppressi!

La lotta è l’unico cammino!

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Festa di Autofinanziamento per le Spese Legali

FESTA DI AUTOFINANZIAMENTO

PER LE SPESE LEGALI PER LE/I COMPAGNE/I
ANTIFASCISTE/I

CONDANNATE/I PER AVER "VOLANTINATO E MEGAFONATO"

DURANTE
IL BLOCCO DI UN PRESIDIO

DELL’ORGANIZZAZIONE NEOFASCISTA FORZA NUOVA.

VENERDI’ 11 LUGLIO – ORE 22
CORTILE P.ZZO GIUSSO – UNIVERSITA’ ORIENTALE
LARGO S.GIOVANNI MAGGIORE A PIGNATELLI

—–PIGNATARO MASSIVE CREW——-

 

Di seguito il volantino che distribuiremo 

CONDANNATI/E 4 COMPAGNI/E PER ANTIFASCISMO!

Il 20 maggio, 4 compagni e compagne del Network Autorganizzato e del
Nucleo Studentesco Metropolitano si sono visti recapitare un decreto
penale di condanna a sei mesi di detenzione convertita in pena
pecuniaria di 3520 euro ciascuno. Il provvedimento di condanna è
motivato con la presunta violazione dell’art.18 del Testo Unico delle
Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), articolo che prevede una pena fino
a sei mesi di detenzione (o la sua conversione in ammenda) per chiunque
organizzi una riunione pubblica senza preavvisare le autorità di
Pubblica Sicurezza. Le compagne e i compagni condannati avrebbero
violato tale disposizione del TULPS in occasione del presidio che si
tenne nel luglio scorso (2007) in via Scarlatti, organizzato dal
movimento antifascista e antirazzista napoletano e grazie al quale si
riuscì ad impedire lo svolgimento di un’iniziativa di Forza Nuova. E’
utile ricordare che il TULPS è del 1931, quindi la norma in questione
appartiene a quelle numerose disposizioni legislative che ben
rappresentano la continuità tra lo Stato fascista e la Repubblica
democratica: continuità di potere, d’interessi, di classe dominante
padronale, e quindi anche continuità normativa e repressiva. Le norme
fasciste sono quotidianamente fatte valere e applicate dallo Stato
democratico, senza alcun imbarazzo, ogni qualvolta le autorità
intendono perseguire finalità di repressione politica ai danni di
compagni e lavoratori. Al di là della forma procedurale, la questione
che, a nostro avviso, merita maggiore attenzione è proprio il reato
contestato: distribuire volantini e parlare al megafono non è permesso
senza previa autorizzazione! Far partire un procedimento per un fatto
che appare a tutti chiaramente come una pratica diffusa e consueta, ci
dà chiaramente l’indice dell’asprezza dell’attacco repressivo, attacco
diretto ai più semplici spazi di agibilità per ridurre al silenzio
qualsiasi voce di dissenso!

MA L’UNICA RISPOSTA È DIFENDERE LE NOSTRE LOTTE E LA NOSTRA STESSA
POSSIBILITÀ DI FARE POLITICA IN MODO AUTONOMO ED AUTORGANIZZATO,
COMPRENDENDO CHE LA REAZIONE NON SI ARRESTA E NON SI ACCONTENTA
DELL’ANGOLO IN CUI RIESCE A METTERCI E CHE, DUNQUE, NON È POSSIBILE
NESSUNA FORMA DI COMPROMESSO CON ESSA.
Continueremo a sviluppare le nostre lotte e il nostro lavoro politico
con una determinazione sempre maggiore e sempre in una direzione
precisa, immodificabile:

CONTRO LA CLASSE DOMINANTE E I SUOI SERVI, CONTRO IL FASCISMO, IL
RAZZISMO E L’IMPERIALISMO; PER L’AUTORGANIZZAZIONE E L’EMANCIPAZIONE
DEGLI OPPRESSI E DEGLI SFRUTTATI!

NETWORK AUTORGANIZZATO
Collettivo Orientale
C.S.O.A. Terra Terra
Vesuvio Zona Rossa
Collettivo Internazionalista di Napoli

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ROSTOCK, HOKKAIDO…LA MADDALENA…

Dopo la tappa giapponese del
luglio prossimo (Hokkaido), il G8 tornera’ in Europa: in Sardegna
(La
Maddalena, luglio 2009).

Il controvertice di Rostock
dell’anno scorso ha segnato un enorme avanzamento politico: e’ ormai maturo
un salto di qualita’ nella ricomposizione internazionale delle lotte, a partire
dal terreno europeo.

La mobilitazione contro il
vertice G8 della Maddalena, e soprattutto il percorso della sua costruzione che
si articolera’ da qui al luglio del 2009, possono rappresentare un’ulteriore
importante occasione per avanzare verso l’unita’ internazionale delle classi e
dei popoli oppressi, per rilanciare le lotte contro il capitale, l’imperialismo
e il neocolonialismo. Ma e’ necessario mettersi al lavoro.

Innanzitutto costruendo fin da
subito momenti di dibattito e iniziativa che leghino la prospettiva della
mobilitazione contro il G8, il suo significato politico complessivo, alle lotte
che attraversano i territori della metropoli. Il tempo che ci separa dal luglio
del 2009 e’ politicamente prezioso, non va sprecato.

 

ASSEMBLEA PUBBLICA

GIOVEDI’ 26 GIUGNO, ORE
17,00

AULA AUTOGESTITA
R5

Universita’ Orientale – Palazzo
Giusso

(Largo S. Giovanni Maggiore
Pignatelli)

 

Saranno distribuiti e illustrati:
* materiali di discussione e bilancio del controvertice di Rostock; * testi
preparatori e riferimenti per il controvertice di Hokkaido/Sapporo * testi gia’
in circolazione per La
Maddalena; * materiali di controvertici trascorsi (a partire da
quello contro il G7 di Napoli del 1994!).

 

 

C.S.O.A. “TerraTerra” –
Collettivo (universitario) Orientale – Collettivo internazionalista di
Napoli

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SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI UNIVERSITARI DI FIRENZE COLPITI DALLA REPRESSIONE!

Esprimiamo piena ed incondizionata solidarietà ai compagni del Collettivo
FuoriLogo di Economia
e del Collettivo Politico di Scienze Politiche di
Firenze colpiti pochi giorni fa dall’ennesimo atto repressivo dello stato.
Questo episodio non è da ritenere casuale: va inserito in un processo
reazionario più complessivo che, connaturato al sistema di sfruttamento in
cui viviamo, in alcune fasi diviene più acuto, poiché teso a stroncare
qualsiasi forma di lotta che si ponga realmente in una prospettiva critica
e rivoluzionaria. Anche l’università è terreno di scontro: l’obiettivo di
costruire uno studente sempre più utente-cliente prevede l’irrinunciabile
passaggio della cancellazione di qualsivoglia spazio e momento di
socialità, siano essi un’aula studio, una mensa o una festa. Il messaggio
per chi non ha alcuna intenzione di chinarsi dinanzi all’imposizione di
queste logiche, come per i compagni che militano nei collettivi
autorganizzati nelle facoltà, è chiaro. l’intervento della polizia
nell’università è un atto di gravità inaudita di fronte al quale l’unica
risposta possibile è rilanciare ulteriormente le nostre lotte!

Fuori la polizia dall’università!

Solidarietà ai compagni di Firenze!

La lotta è l’unico cammino!

 

Collettivo Orientale – Napoli

Nucleo Studentesco Metropolitano – Napoli

Collettivo "Lavori in Corso" – Roma – Tor Vergata

Collettivo 20 Luglio – Palermo

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NON E’ STATA UNA RISSA: E’ STATA UN’AGGRESSIONE FASCISTA!

La scorsa settimana l’Università di Roma “La Sapienza” avrebbe dovuto ospitare una “lezione di storia” tenuta da
Roberto Fiore, leader del partito neo-fascista “Forza Nuova” (F.N.).
Le Autorità accademiche avevano autorizzato l’incontro, ritenendo forse di onorare la vocazione dell’Università
come luogo di confronto
, facendo della Sapienza un’ulteriore cassa di risonanza per un partito che, al di la della
sua ignobile ideologia e del suo segretario stragista (Fiore è coinvolto nella Strage di Bologna, 85 morti ed oltre 200
feriti), vede i suoi militanti quotidianamente protagonisti di aggressioni e pestaggi ai danni di immigrati, antifascisti,
donne e “diversi” di ogni genere (Federico Perini, uno dei cinque arrestati per l’omicidio di Nicola Tommasoli, era
candidato nelle liste di Forza Nuova alle amministrative di Verona del 2007).


A ricordare che non c’è spazio all’Università per le idee negazioniste, razziste e
sessiste del partito di Fiore, ci hanno dovuto pensare gli studenti, che grazie alla loro
mobilitazione hanno ottenuto il ritiro dell’autorizzazione per l’iniziativa di F.N.

A conferma della sua vocazione squadrista, F.N. ha organizzato nel giorno in cui si sarebbe dovuta tenere l’iniziativa,
una vera e propria spedizione punitiva ai danni degli studenti antifascisti della Sapienza: questi, mentre
attacchinavano manifesti fuori dall’università (contro l’iniziativa stessa), sono stati aggrediti con bastoni e coltelli
(come da buona tradizione fascista) dalle “teste rasate” (uno degli aggressori è stato poi accertato essere tra quelli
che assaltarono il pubblico durante un concerto della Banda Bassotti, la scorsa estate, provocando numerosi feriti).
I giornali hanno presentato quest’aggressione come una rissa; gli antifascisti, da aggrediti, legittimamente
difesisi, sono stati addirittura processati per direttissima e condannati.

Anche qui, nella nostra città, chi pratica l’anti-fascismo si è visto consegnare condanne – senza processo! – per aver
“scandito slogan a mezzo megafono” e distribuito volantini, per impedire ai neofascisti di Forza Nuova di fare
propaganda dei loro slogan.


Ma non c’è da stupirsi: Forza Nuova, gli aggressori del Pigneto, gli assalitori dei campi Rom, gli animatori
delle ronde padane, sono solo il volto più meschino e vigliacco di un clima di intolleranza e caccia alle
streghe legalizzata, di Stato.
I neo-fascisti non sono né un residuo della storia, né dei violenti fuori da ogni controllo.
Non serve scavare nel passato di Alemanno e dei camerati di An per confermarlo: gli ambienti neo-fascisti da sempre
sono protetti, finanziati, agitati dallo Stato, all’occorrenza. Se ieri mettevano bombe nelle stazioni e sui treni, oggi
contribuiscono ad esasperare il clima di intolleranza e xenofobia che monta ormai da alcuni anni, nel nostro paese,
sempre difesi, sia politicamente che personalmente.
La deriva securitaria, razzista e xenofoba bipartisan, il famigerato “pacchetto sicurezza” del nuovo governo, il “giro di
vite” contro Rom ed immigrati, la repressione contro la legittima lotta di chi si oppone alla devastazione ambientale, le
violenze nei CPT (veri e propri lager di Stato!), sono attacchi sferrati dagli stessi che proteggono, finanziano, agitano
gli ambienti neo-fascisti.
Non crediamo né alla menzogna degli opposti estremismi, né i retorici appelli alla
tolleranza delle istituzioni europee e dei partiti parlamentari (il PD è stato autore del vergognoso
manifesto anti-Rom a Ponticelli come dell’attivazione dei primi CPT in Italia!)

E’ necessario condannare fermamente gli attacchi – legali e non – ai diritti degli immigrati e dei Rom, denunciare la
continuità d’interessi delle politiche securitarie e degli attacchi neo-fascisti, chiamare le cose con il giusto nome: le
aggressioni squadriste non sono “atti di bullismo” (si veda l’omicidio di Verona), i raid contro gli immigrati
non sono “fatti personali, di quartiere” (raid al Pigneto), il pogrom razzista di Ponticelli ai danni dei Rom non
è “legittima esasperazione”.
Per questi motivi è necessario continuare a sviluppare le nostre lotte e il nostro lavoro
politico con una determinazione sempre maggiore e sempre in una direzione precisa, immodificabile: contro la classe
dominante e i suoi servi, contro il fascismo, il razzismo e l’imperialismo; per l’autorganizzazione e l’emancipazione
degli oppressi e degli sfruttati!


DIFENDIAMO I NOSTRI SPAZI!
UNIAMO LE NOSTRE LOTTE!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
LIBERTA’ PER EMILIANO E TUTTI GLI ANTIFASCISTI!


primomaggiodilotta@gmail.com
Network Autorganizzato
Collettivo Orientale – C.S.O.A. Terra Terra – Collettivo Internazionalista DI NAPOLI – Vesuvio Zona Rossa

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SOLIDARIETA’ AGLI STUDENTI DELL’UNIVERSITA’ DI BOLOGNA

Esprimiamo la nostra piena ed incodizionata solidarietà agli
studenti dell’Università di Bologna che legittimamente hanno occupato ieri il rettorato contro l’aumento delle tasse universitarie. L’aumento
delle tasse, l’inasprimento della selezione di classe all’interno del
percorso universitario, la cancellazione inesorabile del diritto allo
studio altro non sono che i frutti del famigerato "processo di Bologna"
promosso a livello europeo e che ha lo scopo di riformare la formazione
a tutti i livelli nella direzione di una maggiore precarietà a favore
dei profitti dei padroni e delle loro aziende. Condanniamo senza mezzi
termini l’atto fascista del rettore nel chiamare la celere contro gli
studenti che chiedevano di avere voce in un processo che li vede sempre
più utenti e sempre meno protagonisti delle proprie scelte.

NO AL "PROCESSO DI BOLOGNA"!
NO ALL’EUROPA DEI PADRONI E LE SUE DIRETTIVE SULLA FORMAZIONE!
CONTRO OGNI REPRESSIONE, SOLIDARIETA’ A CHI LOTTA!

LA LOTTA E’ L’UNICO CAMMINO!

Collettivo Orientale – Napoli
Collettivo 20 Luglio – Palermo
Collettivo "Lavori in Corso" – Roma – Tor Vergata
Collettivo Politico di Scienze Politiche – Firenze
Collettivo Fuorilogo di Economia – Firenze
Nucleo Studentesco Metropolitano – Napoli

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NON E’ STATA UNA RISSA: E’ STATA UN’AGGRESSIONE FASCISTA!

Ieri, all’ora di pranzo, davanti a tantissimi/e sdudenti e
studentesse che uscivano dalla città universitaria si è consumata
l’ennesima grave aggressione squadrista.
Organizzata e premedita da Forza Nuova tramite i suoi sgherri e uno dei
capetti più noti a Roma e dintorni, responsabile della sezione di
Piazza Vescovio.
Stavolta però, nonostante i tirapugni, le spranghe e i cacciavite usati
hanno trovato la ferma risposta dei compagni e delle compagne aggredite
che stavano ripulendo i muri de "La Sapienza" dai provocatori manifesti
affissi dagli stessi topi di fogna il giorno prima.
Il loro capo-partito, l’euro-ripulito Roberto Fiore, ben assistito
dagli organi di informazione e dalla polizia tenta di confondere le
acque affermando che i "suoi" militanti sarebbero delle "vittime"
dell’episodio.

Ma la verità la consociamo bene. E la conosce tutta Roma, città
nella quale solo negli ultimi giorni si sono susseguite aggressioni da
parte di ronde cittadine ai trans, devastazioni e botte sui migranti
del Pigneto e pesanti intimidazioni omofobiche ad un conduttore radio
gay ad opera di gruppi di neofascisti organizzati.

Forza Nuova e Fiamma Tricolore, insieme ad un nugolo di sigle
neofasciste, vengono "coccolate" e aiutate finanziariamente da anni dai
rispettivi referenti politici e ben tollerate dall’ultima
amministrazione veltroniana, fatta di notti bianche e cuori neri.
Vogliamo esprimere la nostra solidarietà di studenti e studentesse, di
compagni e di compagne a chi ieri ha subìto questo nuovo atto di
violenza premeditata e a chi si troverà ad essere perseguito dalla
giustizia in un’aula di tribunale per essersi difeso e aver contrastato
efficacemente l’azione squadrista che avrebbe potuto avere altrimenti
conseguenze ben più gravi.
Chi teorizza e pratica la discriminazione razziale, territoriale,
sessuale e del "diverso" in genere non deve trovare spazio nella nostra
società, si tratti di aule studio, strade, piazze o luoghi di lavoro.
Ricilando ancora una volta il revisionismo sulle foibe, pronto per
l’uso in ogni occasione, Forza Nuova ha trovato ancora una volta la
pubblicità che cercava dopo mesi di "lavoro sporco" nei confronti di
immigrati e campi nomadi. L’aggressione di ieri è lampante ed è
avvenuta alla luce del sole: se ne sono accorti anche quelli che non
hanno mai voluto vedere quale clima di tensione è stato creato ad arte,
alimentato sia a livello istituzionale che "culturale" sul tema della
sicurezza.
Puntualmente, la manovalanza fascista sposta poi in strada quella che
per loro è una vera e propria legittimazione a colpire chi lotta per
uu’idea di società libera da ogni sorta di discriminazione e di
ingiustizie sociali.
Stavolta però, hanno calcolato male la loro ardita impresa squadrista.
Siamo vicini ai nostri compagni e compagne de la Sapienza che hanno
dato un segnale importante e messo un argine a questa dilagante ondata
di violenze neofasciste.
Nelle nostre facoltà ci attiveremo da subito con le iniziative che riterremo più opportune.

Non un passo indietro!

28 maggio 2008

Collettivo "Lavori in Corso" – Roma – Tor Vergata
Collettivo Orientale – Napoli
Nucleo Studentesco Metropolitano – Napoli
Collettivo Politico di Scienze Politiche – Firenze
Collettivo Fuorilogo di Economia – Firenze
Collettivo 20 Luglio – Palermo

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NO ALLA REPRESSIONE: CONDANNATI 4 COMPAGNI ANTIFASCISTI

Martedì 20 maggio 4 compagni e compagne del Network Autorganizzato e
del Nucleo Studentesco Metropolitano si sono visti recapitare un
decreto penale di condanna a sei mesi di detenzione convertita in pena
pecuniaria di 3520 euro ciascuno (per un totale di 14mila e 80 euro!).
Il provvedimento di condanna è motivato con la presunta violazione
dell’art. 18 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS),
articolo che prevede una pena fino a sei mesi di detenzione (o la sua
conversione in ammenda) per chiunque organizzi una riunione pubblica
senza preavvisare le autorità di Pubblica Sicurezza. Secondo gli
accusatori, le compagne e i compagni condannati avrebbero violato tale
disposizione del TULPS in occasione del presidio che si tenne nel
luglio scorso in via Scarlatti, organizzato dal movimento antifascista
e antirazzista napoletano e grazie al quale si riuscì ad impedire lo
svolgimento di un’iniziativa di Forza Nuova.

E’ utile ricordare che il TULPS è del 1931, la norma in questione
appartiene, dunque, a quelle numerose disposizioni legislative che ben
rappresentano la continuità tra lo Stato fascista e la Repubblica
democratica: continuità di potere, di interessi, di classe dominante
padronale, e quindi anche continuità normativa e repressiva. Il TULPS è
parte integrante di quell’apparato di norme e procedure finalizzate
alla persecuzione politica, edificato appunto negli anni venti e trenta
del novecento per colpire i lavoratori e le loro lotte, e che la
Repubblica “fondata sul lavoro” non ha mai abrogato.

Al contrario, le norme fasciste sono quotidianamente fatte valere e
applicate dallo Stato democratico, senza alcun imbarazzo, ogni
qualvolta le autorità intendono perseguire finalità di repressione
politica ai danni di compagni e lavoratori.

L’iter della contestazione (Art 459 del Codice di procedura penale)
è subdolo e sconcertante: d’ufficio si procede, infatti, ad infliggere
una condanna (senza preoccuparsi di dare agli imputati alcuna
possibilità di difendersi) ogni qual volta la pena sia pecuniaria o
detentiva tramutabile in ammenda. E’ necessario, per poter avere un
“regolare” processo, preoccuparsi di presentare un ricorso entro dieci
giorni; in caso di mancato ricorso si accetta di fatto la condanna.
Appare evidente che l’intero procedimento miri a intimidire e
demoralizzare la risposta politica dei compagni.

Al di là della forma procedurale, la questione che, a nostro avviso,
merita maggiore attenzione è proprio il reato contestato. Distribuire
volantini e parlare al megafono non è più permesso senza previa
autorizzazione. Queste condanne sono, in breve, al contempo grottesche
e allarmanti e meritano alcune considerazioni politiche.

Tanto per cominciare, esse chiariscono una volta per tutte come non
sia possibile continuare a impostare le proprie riflessioni sulla
repressione incentrandole unicamente sui soggetti di volta in volta
repressi e sulla valutazione delle loro azioni, senza preoccuparsi di
cogliere l’elemento politico che l’atto repressivo sta a rappresentare.
Occorre, dunque, spostare l’asse del ragionamento sull’ineliminabilità
e la presenza costante della repressione e su come essa venga
diversamente applicata di volta in volta. Far partire un procedimento
per un fatto che appare a tutti chiaramente come una pratica diffusa e
consueta, ci dà chiaramente l’indice dell’asprezza dell’attacco
repressivo che registriamo sia a livello europeo che, naturalmente,
nazionale in questa fase.

E’ chiaro che ormai l’attacco è diretto ai più semplici spazi di
agibilità per ridurre al silenzio qualsiasi voce di dissenso. Per far
fronte a questo attacco unilaterale è opportuno dotarsi di una
attrezzatura politica che occorre costruire con una riflessione, un
dibattito e una pratica appropriati. In questi anni abbiamo, impotenti
(e a volte indolenti), assistito alla sottrazione di conquiste che
pensavamo acquisite (si pensi, per dirne una, all’occupazione dei treni
per i cortei nazionali); ampi settori del movimento hanno, infatti,
deciso di arretrare di fronte a questi attacchi, nella speranza che
tale rinuncia potesse garantire spazi di agibilità. E’ evidente ormai
che questo ragionamento risulta essere fallimentare e che è opportuno
invece non arretrare ma difendere le nostre lotte e la nostra stessa
possibilità di fare politica in modo autonomo ed autorganizzato,
comprendendo che la reazione non si arresta e non si accontenta
dell’angolo in cui riesce a metterci ma che, con metodo, lavora
all’annientamento del proprio antagonista e che dunque non è possibile
nessuna forma di compromesso con essa.

Altro elemento che non possiamo non sottolineare è la scelta
politica del bersaglio della reazione. Non è certamente casuale che il
provvedimento di “condanna per decreto” arrivi al termine di un anno di
mobilitazioni e lotte che hanno visto le compagne e i compagni
impegnati quotidianamente contro la precarietà, per i diritti dei
lavoratori e attivi sul terreno dell’antifascismo, dell’antirazzismo,
dell’antisessismo, della solidarietà internazionalista, nonché interni
al più vasto movimento contro la guerra e per i diritti sociali.
Sia il merito del provvedimento che la forma procedurale adottata,
dunque, confermano la matrice squisitamente politica dell’attacco.
Colpendo quattro compagni e compagne hanno inteso colpire un
insieme di percorsi di ricomposizione delle lotte, percorsi costruiti
in piena autonomia dalle istituzioni e lontani da qualsivoglia
compromesso con partiti e forze istituzionali.
Il messaggio che hanno voluto recapitare a tutti noi è il seguente:
“perseverare nel fare politica in maniera realmente autonoma e
autorganizzata è qualcosa che non conviene, perché in una maniera
o nell’altra troveremo il modo di farvela pagare sul piano personale,
eventualmente anche scavando in ottant’anni di legislazione repressiva”.
Ma hanno fatto male i loro conti.
Siamo comunisti, e non ci lasceremo certo intimidire. Continueremo a
sviluppare le nostre lotte e il nostro lavoro politico con una
determinazione sempre maggiore e sempre in una direzione precisa,
immodificabile: contro la classe dominante e i suoi servi, contro il
fascismo, il razzismo e l’imperialismo; per l’autorganizzazione e
l’emancipazione degli oppressi e degli sfruttati!

Firme
C.S.O.A. Terra Terra
Collettivo Vesuvio Zona Rossa – Comuni vesuviani
Collettivo Internazionalista – Napoli
Collettivo Orientale
Nucleo Studentesco Metropolitano

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CON LA RESISTENZA PALESTINESE!

Riuscito il corteo a Torino del 10 Maggio, con oltre 5000 persone, contro la presenza d’Israele come ospite d’onore alla fiera del libro.

AL FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE CONTRO LO STATO SIONISTA!

LIBERTA’ PER AHMAD SA’ADAT E PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI PALESTINESI!

AL FIANCO DI TUTTI I POPOLI CHE LOTTANO CONTRO L’IMPERIALISMO!

 

 

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10 MAGGIO TUTTI A TORINO: CON LA RESISTENZA PALESTINESE!

La Fiera del
Libro di Torino, dedicata allo Stato di Israele, nel sessantesimo anno dalla sua fondazione, è un
oltraggio alla vita e alla lotta di centinaia di migliaia di palestinesi, per i
quali, invece, quell’evento ha coinciso con la “nakba” (la catastrofe),
che significò la cacciata di milioni di palestinesi costretti a lasciare le
proprie abitazioni e vivere da profughi, spesso anche in altri paesi, e
costretti in ogni caso a vivere sotto una occupazione opprimente e brutale.

Fin dalla sua nascita lo stato
sionista
si è fatto garante degli interessi delle potenze imperialiste
nell’area mediorientale, legando così a doppio filo la sua esistenza con
l’esigenza delle potenze capitaliste di mantenere il controllo su un’area di
fondamentale importanza non solo per i rifornimenti  energetici ma anche sotto l’aspetto geopolitico.

Ma lo stato
sionista è anche un modello di occupazione prolungata, un modello esportato in
Iraq dagli americani ed i suoi alleati, un modello che prevede anche la
costruzione di muri, simili a quello in costruzione in Palestina, dove
rinchiudere e controllare intere città o porzioni di esse.

L’Italia ha stretti rapporti di
cooperazione, anche militare, con Israele, che sostiene nell’occupazione della
Palestina attraverso l’invio di missioni militari sia in Palestina, dove c’è la
presenza di carabinieri italiani, sia in Libano (UNIFIL II) al
fine di contenere la Resistenza libanese che si batte per la liberazione
completa del Paese dall’occupazione sionista.

La Resistenza palestinese
si trova pertanto a fronteggiare un nemico che non solo è infinitamente più
forte dal punto di vista militare, ma che gode anche di un incondizionato
appoggio da parte delle potenze imperialiste, che lo sostengono anche sul piano
della propaganda, consapevoli che la sconfitta dello stato sionista sarebbe
anche la loro, con conseguenze disastrose sul piano dei rapporti di forza tra
le classi.

La campagna “2008
anno della Palestina”
ha permesso di rimettere al centro del dibattito la
questione palestinese nei termini corretti, come momento dello scontro più
ampio tra borghesia imperialista e proletariato internazionale. Ciò contribuisce inoltre a fare pulizia di residue
ambiguità nell’approccio, come l’opportunismo gretto dell’ “equivicinanza”;
a ribadire con forza la necessità di schierarsi al fianco della Resistenza
palestinese e delle lotte dei popoli aggrediti dall’imperialismo, consapevoli
che la vittoria della Resistenza palestinese, come la vittoria di ogni altra
Resistenza all’imperialismo, non può che rappresentare un rafforzamento, anche
qui nella metropoli, del proletariato.

Proseguire la campagna oltre
quest’appuntamento nazionale ci darà la possibilità di costruire una rete di
comunicazione e connessione tra realtà di movimento che ragionino nel merito
delle tematiche connesse alla questione palestinese.
E’ nostro compito
inoltre, in quanto comunisti, rilanciare su queste basi il movimento contro la
guerra e contro l’imperialismo di casa nostra, sempre più attivo e presente
nella repressione delle lotte del proletariato internazionale.

 

AL FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE CONTRO LO STATO SIONISTA

 

LIBERTÀ PER AHMED SAADAT

E PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI
PALESTINESI!

 

AL FIANCO DI TUTTI I POPOLI

CHE LOTTANO CONTRO L’IMPERIALISMO!

BOICOTTIAMO
LA FIERA DEL LIBRO DI TORINO!


 

– NETWORK AUTORGANIZZATO PER UN PRIMO
MAGGIO DI LOTTA –

 
 

Collettivo Internazionalista di Napolikollintern@gmail.com

Collettivo Orientalecoll_orientale@insiberia.net

Collettivo Vesuvio Zona Rossa, paesi vesuviani – collettivo@vesuviozonarossa.org

C.S.O.A. TerraTerraterraterra@csoaterraterra.org

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