Ieri abbiamo occupato
simbolicamente l’Università per protestare contro la “riforma”
Gelmini-Tremonti, che segna un ulteriore passo in avanti nel processo di
smantellamento dell’istruzione e dell’università pubblica.
Ma la mobilitazione non
può finire così, anzi pensiamo sia opportuno rilanciare sin da subito e per
fare questo è necessario diffondere il più possibile le motivazioni della
nostra protesta.
In sintonia con il processo di Bologna e ispirandosi
al modello statunitense la legge 133 del 6 Agosto prevede:
- Un taglio
del fondo di finanziamento ordinario (1 miliardo e 400 milioni di euro nei
prossimi 5 anni) - La
possibilità per le università (già diventate aziende) di trasformarsi in
fondazioni di diritto privato. - Un blocco
del turn-over al 20% (ogni 10 dipendenti che andranno in pensione se ne
potranno assumere solo 2). - La
triennalizzazione dei rinnovi
contrattuali (si passa da 2
a 3 anni per ridiscutere la parte normativa e
quella economica del contratto).
In pratica queste misure abbasseranno ulteriormente
la qualità dell’istruzione pubblica e accelereranno il processo di
privatizzazione, concedendo totale libertà di decisione alle imprese circa
l’utilizzo della ricerca e del sapere, minandone la libertà e l’autonomia dagli
interessi privati.
Tutto ciò
porterà ad un aumento esponenziale delle tasse che graveranno sugli studenti
contemporaneamente all’ulteriore distruzione del diritto allo studio. Inoltre
si aggraveranno le condizioni non solo degli studenti ma anche dei ricercatori,
dei docenti e di tutti i lavoratori della scuola e dell’università.
Ci
incontriamo tutti i giorni alle ore 16:00 nel cortile di Palazzo Giusso per
fare una valutazione della giornata e programmare le iniziative per i giorni
successivi.
Giovedì 9 Ottobre – ore 14:00
Palazzo
Giusso (largo
s.Giovanni Maggiore)
ASSEMBLEA PUBBLICA