9 giugno a Roma: anche noi per dire No a Bush e al governo Prodi!

Contro Bush e contro Prodi, per l’internazionalismo proletario!

con questo striscione e con questo volantino siamo saliti a Roma il 9 giugno

[ spezzone comune  Interfacoltà, C.S.O.A. Terra Terra,

Collettivo Internazionalista  Vesuvio Zona Rossa]

 
foto corteo roma contro bush e prodi spezzone unitario

Il 9 giugno il presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush, sarà in visita ufficiale a Roma per incontrare il presidente del consiglio italiano Romano Prodi. Si tratterà di un “incontro al vertice” che avrà la funzione di rinsaldare, anche sul piano simbolico, l’alleanza tra Italia e Usa.

Nella classifica mondiale del nuovo interventismo imperialista, l’Italia si colloca al settimo posto per l’ammontare delle spese militari, al terzo posto per il numero complessivo di operazioni di guerra, al sesto posto per il numero di soldati inviati in missione sotto la copertura dell'ONU. Attualmente sono circa 25 i fronti di guerra che vedono schierati – a rotazione – decine di migliaia di militari italiani, dotati di armamenti sempre più sofisticati, distruttivi e costosi. Per consolidare e incrementare un tale ambizioso dispiegamento di forze, la borghesia imperialista italiana considera ancora essenziale mantenere e sviluppare un certo livello di cooperazione e concertazione con la prima potenza planetaria (non si tratta certo di una di forma di “sudditanza”: l’Italia ha un ruolo internazionale sempre più aggressivo e autonomo), almeno fino a quando il polo imperialista europeo non riuscirà a dotarsi di una capacità di proiezione militare comparabile con quella statunitense.

Con l’incontro tra Bush e Prodi assisteremo alla personificazione di una partnership consolidata sul campo, alla celebrazione di un affiatato sodalizio criminoso rinnovatosi con le aggressioni imperialistiche degli ultimi anni: dalla prima alla seconda Guerra del Golfo, passando per il bombardamento della Jugoslavia ordinato da Clinton e D’Alema nel 1999, fino ai massacri compituti dalla Nato in Afghanistan proprio in questi giorni.

La mobilitazione contro la visita di Bush va perciò considerata non solo come l’occasione per riservare al principale rappresentante della superpotenza imperialista mondiale la medesima, irriverente, accoglienza che gli hanno già riservato i proletari e gli sfruttati d’ogni latitudine, ma anche e soprattutto per denunciare il ruolo sempre più aggressivo dell’imperialismo tricolore.

Contro le squallide manovre di chi vorrebbe sfruttare la visita del conservatore Bush per occultare le responsabilità belliciste del governo italiano di centrosinistra (che agisce in perfetta continuità con il precedente governo di centrodestra), conviene ricordare che l’esecutivo in carica ha confermato la presenza delle truppe in Afghanistan, ha consolidato gli interessi italiani (dell’ENI) in Iraq nonostante il “ritiro”, ha concesso il raddoppio della base militare USA di Vicenza, si è impegnato per ospitare l'assemblaggio, nell'aeroporto di Cameri (vicino Novara), dei cacciabombardieri F35 in grado di trasportare testate nucleari, ha allestito la missione in Libano a difesa di Israele con la foglia di fico dell'ONU, ha intensificato l’impegno italiano nella costruzione dell’esercito europeo e del jet da combattimento Eurofighter… tutto ciò, e altro ancora, nel giro di un annetto. Senza dimenticare che con la legge finanziaria per il 2007 il governo Prodi da un lato ha aumentato a dismisura le spese militari (+ 13%), dall’altro ha proseguito nell’ormai pluriennale politica di tagli al salario diretto, indiretto (sanità, scuola, sevizi sociali) e differito (pensioni e TFR). Niente male per un governo composto da noti bertinottiani “pacifisti-senza-se-e-senza-ma”!!!

Come tutti i governi della borghesia, l’esecutivo di Prodi è impegnato nel sostenere gli interessi del capitale: all’estero con la guerra, all’interno colpendo pesantemente le condizioni di vita e di lavoro del proletariato e provando a fomentare un nuovo nazionalismo (ben esemplificato anche dalle parate militariste del 2 giugno).

L’opposizione all’imperialismo deve fondersi con l'opposizione alle politiche antiproletarie portate avanti dai padroni attraverso i loro governi di ogni “colore”, nella consapevolezza che soltanto la mobilitazione dei proletari e la solidarietà internazionalista di tutti gli sfruttati potranno contrastare efficacemente l’avanzare sempre più accelerato della guerra. E’ con questa impostazione che parteciperemo alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma in occasione della sgradita visita del presidente Usa.

 

 

Fuori l’Italia dall’Afghanistan, dal Libano e da tutti i fronti di guerra!
Con la resistanza dei popoli oppressi, 
per la sconfitta di tutte le truppe imperialiste!
Rilanciamo la mobilitazione per il ritiro immediato 
di tutti i militari italiani dall’estero!
 
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